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venerdì 15 marzo 2013

L'esordio del Barnum: oggi aprono le Camere. Quello che vorremmo da Francesco senza chiedere troppo, senza nessuna demagogia.

Tutti voteranno scheda bianca. Pd, Pdl, Centristi e derivati tossici hanno deciso: nessun nome, c'è il rischio di bruciarlo. Gli unici a scrivere qualcosa saranno i grillini, ma loro devono abituarsi ai meccanismi parlamentari, devono prenderci la mano. La fronda interna al Pd rischia di liquefarlo molto prima di quanto ci si poteva aspettare. Il Pd è l'unico partito al mondo che perde anche quando vince, ergo, non è un partito, ma una nebulosa di piccoli leader più attenti alle loro rendite di posizione che non al bene pubblico. Incapace di governare seguendo schemi diversi da quelli partitocratici, il Pd corre il rischio di farsi travolgere da un nuovo che poi tanto nuovo non è: sarebbe bastato aprire gli occhi e gettare uno sguardo fuori dalla finestra per rendersi conto che l'Italia è un paese incazzatissimo. Piergigi sarà pure un galantuomo, il che in questo puttanaio non guasta, ma l'impressione è che di politica capisca poco, almeno di questa politica nata sulle macerie di una nazione di evasori fiscali e possessori di smart-phone in numero illimitato. Insomma, le squadre si stanno studiando. Stiamo assistendo a miseri tatticismi quando, con un colpo di reni bene aggiustato, si potrebbe dare (almeno) il senso di aver capito cosa sta succedendo. Ieri l'ultimo suicidio di un imprenditore. Che sia un nuovo metodo di controllo demografico, quello di eliminare fisicamente gente che non ce la fa più a campare? Siamo diventati tutti spartani?
 
Francesco Primo non finisce di stupire. Ieri, durante la preghiera a Santa Maria Maggiore, si è accorto della presenza del cardinale Bernard Francis Law, noto protettore di preti pedofili. Non potendo prenderlo a calci nel culo di persona, papa Francesco gli ha fatto sapere che la sua presenza non era gradita così, mogio mogio, quatto quatto, il povero Law ha guadagnato l'uscita e se n'è andato. Nella Chiesa, questi gesti contano, molto. Abituati a seguire lo stesso rituale da 2000 anni, gli alti prelati pensano che sia il mondo a girare intorno a loro e non loro intorno al mondo. Nel corso della Storia, chi ha provato a dirgli che, in fondo, non era così, è stato bruciato vivo o rinchiuso nelle segrete di prigioni senza uscita. Ma il massimo del gossip papale, lo ha toccato Bruno Vespa. Presentando il nuovo Papa, Bruno, nel tentativo di umanizzarlo un po', ha detto: “Come Papa Woijtyla, Francesco ha avuto una fidanzata. Eh bé! Che volete che sia?” Facendo intendere che il nuovo Papa era solito sollazzarsi con le donne mentre... Allora. L'amore di Francesco risale alla sua adolescenza, quando da una ragazzina si poteva pretendere (forse) un bacio. Sicuramente non ha mai ballato il tango con la tredicenne fidanzatina né ha mai tentato avance proibite. Lo ha detto Amalia, prontamente intervistata dalla tv argentina. Quello che ci ha colpito di questa storia tenerissima, è che il giovane Jorge le scriveva bigliettini sui quali disegnava quella che sarebbe stata la loro casetta: bianca, con il tetto rosso. Ma, caini i genitori, quell'amore, alla mamma e al papà di Amalia non andava proprio giù e così, i bigliettini diventarono carta straccia e il sogno di una famiglia s'interruppe all'alba, con il divieto assoluto di continuare a frequentare quel ragazzino spiantato e senza avvenire. Ma il gossip racconta anche un altro piccolo fatto. Il giovane Jorge, alle prese con un amore travolgente, scrive un ultimo biglietto ad Amalia nel quale afferma perentorio: “Se non sposo te mi faccio prete”. Detto, fatto. Non solo si è fatto prete, ma è diventato addirittura Papa, dimostrando una coerenza e una fermezza di propositi che lascia ben sperare. Subito dopo la sua elezione, abbiamo letto il solito florilegio di inviti a “compiere il primo atto” dando da subito l'impressione che la Chiesa è destinata a cambiare e che, anzi, sia già cambiata. Un po' demagogici, un po' utopici, gli inviti da parte di chi conosce poco la Chiesa sono apparsi dovunque e portano la firma di testimonial seri, importanti. Ne prendiamo uno a caso, quello di Roberto Saviano che, su twitter, scrive: “Mi piacerebbe che il Papa ricevesse immediatamente le madri di Plaza de Mayo”. Ricevere le mamme avrebbe senza dubbio un significato simbolico molto forte, una presa di distanza definitiva dalla dittatura terribile di Videla&Co. Ma noi preferiremmo che il Papa mettesse a disposizione delle madri di Plaza de Mayo “l'intelligence vaticana”, potente e capillare, non per far ritrovare loro figlie e figli ormai scomparsi, ma i nipoti, perché sappiamo tutti cosa accadde alle giovani desaparecide e ai loro figli appena nati. E poi ci piacerebbe che Francesco desse la dimostrazione di intendere veramente la Chiesa in chiave universale. Come? Nominando un Segretario di Stato africano e un presidente della Congregazione della Fede orientale. Questa, da cittadini del mondo, vorremmo fosse la prossima, futura Chiesa.

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