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mercoledì 19 aprile 2017

Cornetto&Cappuccino. Corea del Nord, il paese dove osano le bombe (atomiche)



 Corea del Nord, il paese dove osano le bombe (atomiche)


Così come in Italia chiamare i figli maschi Benito portava bene, e qualche soldo, in Corea del Nord (ma solo per paura) chiamano tutti Kim, altrimenti il leader s'incazza. Fateci caso, la progenie è lunga, anzi lunghissima e il velo di follia allo stato puro che si intravede negli occhi del dittatorello attuale, è retaggio antico e figlio di nonni, bisnonni, trisavoli.
C'è da dire che, non essendo la Corea del Nord un paese propriamente orgoglioso della sua libertà di stampa, le notizie in merito sono frammentarie. Oddio, qualche parente oppositore mandato a marcire (letteralmente) in galera c'è stato. Un fratello morto suicida di fucilazione pure. Cugini un po' troppo pretenziosi e regolarmente avvelenati anche all'estero è sotto gli occhi di tutti, ma passare alle armi uno zio che forse non ti dà sempre ragione, sarebbe sembrato troppo pure ad Adolf. Per non parlare poi di quel povero ministro che, stanco di sentire le solite frasi di Cicciobello con gli occhi a mandorla, ha provato a farsi una pennica durante un consiglio dei ministri. Ebbene, una tale mancanza di rispetto è stata punita con la pena di morte, così i funzionari dello stato imparano ad andare a letto subito dopo il Carosello coreano.
Kim jong-un ha oltretutto una fissa morbosa per le bombe atomiche, si racconta che ne nasconda una baby anche sotto il letto (per questo la moglie non dorme più e non riesce ad avere figli). È vero, è disinnescata, ma la goduria che prova nel sapere di averne una a completa disposizione, lo conduce puntualmente all'orgasmo. Lui gode così, tanto che parecchi analisti occidentali sono convinti che, oltre il resto, sia un fallocratico della Maremma. Sarebbe impossibile, altrimenti, spiegare il numero di missili sempre più grandi e minacciosi che esibisce nelle sfilate mostra-forza del regime totalitario più pazzo del mondo.
Dall'altra parte dell'emisfero però, c'è un tizio al quale le esibizioni di forza altrui danno parecchio fastidio. Investito dal divin volere di governare il mondo a modo suo, il Boccoloso Mister President non le manda certo a dire e quindi, le twitta. I due non si insultano solo perché hanno terminato il loro già povero vocabolario, altrimenti ne sentiremmo delle belle. Fra “ce l'ho più lungo io”, “ma che dici, il mio è molto più lungo del tuo”, parliamo dei missili naturalmente, ormai ai competitors in follia non resta che sfidarsi in un pubblico agone a chi la fa più lontano. Probabilmente Kim arriverebbe in Giappone, mentre il Boccoloso potrebbe raggiungere il Messico, muro e prostata permettendo.


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