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giovedì 6 aprile 2017

Cornetto&Cappuccino. M5S. Se sei nero ti tirano le pietre. E qualche insulto razzista


M5S. Se sei nero ti tirano le pietre. E qualche insulto razzista

Premessa indispensabile: non faccio parte dei “poteri forti”. Non ho un editore che mi paga, De Benedetti compreso. Sono un giornalista libero che, arrivato a un certo punto della sua vita, prende spunto dai fatti per esprimere una opinione personale cercando di ragionare. Non sono duttile né malleabile come l'oro, al più duro come il bronzo, faccia compresa.
Ho dovuto esprimere questi concetti elementari  perché sono abituato agli insulti di chi parla avendo la Bibbia (e la verità) in mano, chiarire, come prevenire, è meglio che curare.
Il fatto di oggi riguarda un signore che si chiama Alì Listi Maman. È originario del Niger e dopo anni di attività politica come presidente della fondazione Gange Onlus, è diventato il simbolo dell'accoglienza e dell'integrazione a Palermo, realtà difficilissima e cuore aperto sul Mediterraneo. Deciso a scendere nella politica attiva della città in cui vive, Alì aveva deciso di presentarsi con i FiveStars al consiglio comunale nelle prossime elezioni amministrative di primavera.
Portatore di esigenze (ma anche di soluzioni) maturate nella lunga esperienza di immigrato-non-per-scelta, Alì aveva pensato che le sue idee e il suo lavoro avessero potuto essere d'aiuto in quello che è, e resterà ancora per anni, un problema. Al momento della presentazione del programma però, delle sue proposte e delle sue sensibilità manco una riga, e non è stato neppure come parlare a suocera perché nuora intenda, non l'hanno proprio preso in considerazione. Fino a qui nulla da obiettare. I candidati 5S sanno dove e come colpire, l'armamentario è trito e ritrito e non c'è verso che il loro linguaggio possa evolversi in qualche modo e intraprendendo strade nuove e diverse; in poche parole, al di là dello sfanculamento, c'è poco o quasi nulla.
Difficile da commentare, invece, quello che è accaduto quando Alì ha deciso di rendere pubblico il suo ritiro denunciando: “Mi hanno emarginato”. Apriti cielo. Sono iniziati a piovere insulti che, presi da Repubblica.it, riportiamo: “Vai a combattere nel tuo paese e non rompere i cabasisi”, “Tornatene in Africa”, “Alì Babà”, “Ma vai a cagare e vatti a fare prendere in giro dal PD”.
Inutile dire che ad Alì sono arrivati messaggi di solidarietà da quasi tutte le forze politiche regionali (Lega e FI escluse ovviamente), invece è importante dire che il Movimento5Stelle siciliano ha preso le distanze dagli insulti con un comunicato nel quale ha scritto: “Esprimiamo piena e incondizionata solidarietà ad Ali Listì Maman per gli insulti a sfondo razzista ricevuti a mezzo social. Chiunque adoperi un linguaggio discriminatorio e violento non offende soltanto Alì, ma lede l’immagine stessa del Movimento5Stelle, che ha sempre fatto del rispetto della persona una sua bandiera”.
Che i FiveStars abbiano fatto del rispetto delle persone la loro bandiera, è un pensiero opinabile. Quindi torniamo a chiederci, oltre il turpiloquio cosa c'è?


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