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sabato 1 aprile 2017

Cornetto&Cappuccino. Se il padrone morde il cane. Quando un fatto diventa notizia


Se il padrone morde il cane. Quando un fatto diventa notizia

Per anni ci hanno detto che le notizie vanno cercate dentro i fatti ma anche che non tutti i fatti (giornalisticamente parlando) fanno notizia. L'abilità di un giornalista di strada, ma anche di quello stanziale in redazione, consiste proprio nel saper “leggere” le notizie che un fatto si porta appresso. E l'esempio più classico che rende immediatamente l'idea, è quello del cane che morde il padrone. In sé è un fatto e a meno che il padrone non muoia o venga infettato dalla rabbia, sicuramente non fa notizia perché rientra nella normalità, visto che un cane a volte morde. Diverso sarebbe invece il discorso se fosse il padrone a mordere il cane, fatto totalmente assurdo che, proprio per questa ragione si trasforma in notizia.
È, volendo giocarci un po' perché anche l'etica professionale ha la sua parte, quello che è accaduto a Oria, centro del brindisino, qualche giorno fa.
Arnaldo Carluccio, detto Fernando, 46enne con piccoli precedenti penali, si reca nello studio del suo avvocato, il civilista 47enne Fortunato Calò, per parlare di una pratica legale. La discussione degenera. I presenti nello studio sentono urla e strepiti provenire dall'ufficio del professionista e subito dopo una serie di colpi d'arma da fuoco.
Come avveniva nei film western o in quelli in costume negli Anni '70, le persone restano in attesa di vedere chi uscirà vivo da quella specie di sfida all'OK Corral. All'improvviso la porta si apre ed esce l'avvocato. Impugna ancora la sua 9x21 regolarmente registrata e, ricordandosi di essere comunque un uomo di legge, invita i colleghi a chiamare i carabinieri. Gli uomini dell'Arma arrivano e trovano il cadavere di Arnaldo Carluccio detto Fernando, steso a terra crivellato di colpi. Ovviamente arrestano l'avvocato, che nel frattempo è rimasto compostamente e quietamente ad attenderli. L'accusa è quella di omicidio, ma sarà l'interrogatorio con il sostituto procuratore della repubblica Raffaele Casto, a stabilirne il movente.
Tornando all'incipit del nostro discorso, dov'è la notizia? Se fosse avvenuto il contrario, se cioè fosse stato Arnaldo Carluccio detto Fernando, a sparare a Fortunato Calò, il fatto sarebbe rientrato nell'ordinarietà della violenza che regola oggi molti rapporti umani e professionali. Ma a sparare e a uccidere il cliente, è stato l'avvocato, la persona che per legge avrebbe dovuto difenderlo.
Il mondo va al contrario per cui assistiamo a episodi che non hanno né capo né coda, perché se lo avessero non sarebbero più episodi ma una solida realtà.





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