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venerdì 28 aprile 2017

Cornetto&Cappuccino. Il Tar del Lazio dà ragione a Massimo Decimo Meridio


Il Tar del Lazio dà ragione a Massimo Decimo Meridio

Il Gladiatore, interpretato da Russell Crowe, è stato un capolavoro. Oddio, fondamentalmente è una grande cazzata, ma se vi chiamaste Massimo e il Colosseo tutto, all'unisono, urlasse il vostro nome, con l'ego che inizia a strabordare lo riterreste anche voi un capolavoro. Ma il punto non è questo, a fare la guardia ai gladiatori e quindi anche all'Ispanico, chi c'era? I centurioni.
A Roma, i centurioni abbondano ancora oggi, li trovate dappertutto. “Aò, che t'haaa fai 'na foto co' mme? So' cinque euri”.
Sembra una boutade ma la Capitale d'Italia vive anche di questo, dei Centurioni che rappresentano il folklore di una città che sarà pure Eterna ma ha mille problemi. Con i capelli intrisi di gel, le corazze comprate a poco nei magazzini di Cinecittà o confezionate a notte fonda dalle mogli, le daghe di legno, i calzari fatti a mano dal calzolaio sotto casa, quello che ha la bottega sulla destra del pizzicagnolo, la cresta dell'elmo ricavata paro paro dalla scopa, tanto che se la moglie decide di acquistare un Mocho Vileda, il centurione si inalbera, i militi dell'antica Roma attirano frotte di turisti giapponesi manco fossero samurai.
È il fascino, neppure troppo discreto, della Storia con la esse maiuscola. Intere legioni romane conquistavano allora l'Europa e l'Africa NordOrientale e i turisti, che di storia romana sanno una mazza, credono di trovarsi in un film di Sergio Leone, anche se furono gli americani, Joseph L. Mankiewicz in testa, a girare i migliori.
Nel tempo i centurioni sono cresciuti a dismisura. Alemanno aveva pensato di assoldarli come guardie del corpo al posto di quelli di Casa Pound, ma non se ne fece nulla: i centurioni guadagnavano di più con le foto poi, un flirt con qualche turista poteva anche scapparci. Oggi sono davvero tanti, altro che una legione, messi insieme ne compongono almeno tre e fanno paura. Sembra che il tempo si sia fermato al 100 a.c., data di nascita di Giulio Cesare, eppure l'acqua del Biondo Tevere non ha mai smesso di scorrere e ai tanti sindaci DC e PCI che si sono succeduti, oggi sullo scranno più alto del Campidoglio siede una donna, Agrippina detta Virginia.
Agrippina, cioè Virginia, stanca di farsi ogni giorno le foto con i centurioni, a dicembre aveva deciso che no, questa cosa parecchio simile al burlesque doveva finire. Emanato l'editto imperiale, alias ordinanza sindacale, di allontanamento dei pretoriani dal Centro, non si aspettava di certo che le fedeli coorti si ribellassero. E si sono ribellate talmente tanto che hanno deciso di impugnare l'editto presso il Tar del Lazio che, esaminate le carte e constatata l'assenza di motivazioni valide da parte del Comune, ha revocato il divieto e concesso ai centurioni di riappropriarsi di quello che la Storia aveva dato loro.
La sindaca ha confermato in toto la sua ordinanza ma si sa, i FiveStars seguono una sola dottrina giurispudenziale, la loro.
L'unica cosa che non siamo riusciti a capire nelle manifestazioni di protesta dei centurioni, sono stati i cartelli inneggianti a Spartacus. Ma Kirk Douglas-Spartaco, che diavolo c'entra con i centurioni che lo hanno combattuto strenuamente fino alla fine?
A centurioni, ripassare un po' di Storia no, vero?


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