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mercoledì 17 aprile 2013

Amato for President. Ma che siamo su "Scherzi a parte"?

Giuliano Amato è un politico che non brilla certo per coraggio. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dell'Era Craxi (il Gianni Letta di Berlusconi), dal 1983 al 1986, il Dottor Sottile (o Mazarino) come lo chiamavano quelli dell'Estrema, di Craxi e del craxismo fu uno dei teorici più accreditati. Non appena sentì nell'aria aleggiare il disfacimento del suo mentore, si fece da parte in punta di piedi, aspettando che il cadavere (politico) di Bettino navigasse esanime sul fiume. Giuliano Amato è tristemente famoso  perché, l'11 luglio del 1992, prelevò forzosamente dai conti correnti bancari, il 6 per mille dei depositi, e la cosa che fece incazzare ancora di più gli italiani, fu che il decreto ebbe effetto retroattivo: l'11 luglio era lunedì, il decreto venne fatto decorrere dal 9 (sabato) a banche chiuse: sottigliezze mefistofeliche da Dottor Sottile. Amato percepisce una pensione di 31mila euro netti al mese, una cosa vergognosa. Il 2 giugno 2008, annunciò solennemente il suo distacco definitivo dalla politica attiva italiana tanto che, l'anno dopo, diventò presidente dell'Enciclopedia Treccani ma anche, udite udite, consulente in Italia della Deutsche Bank. Può un uomo così incarnare il cambiamento? Per una parte del Pd e tutto il Pdl, sembra proprio di sì. Uomo buono per ogni stagione, Giuliano Amato è dotato di un particolare acume, una dote che gli ha permesso di trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto, e di fuggire a gambe levate (ma in punta di piedi) quando il barometro segnava burrasca e il meteo venti forti. The Economist lo chiamò scherzosamente Mickey Mouse (proprio Topolino) perché è “piccolo, intelligente, calmo e baldanzoso”. Ora, sapete tutti le qualità che occorrono per essere un buon presidente della repubblica. Domanda. A parte che i grillini voteranno il loro candidato fino alla fine, resta da chiedere al Pd: come farete a sostenere Giuliano Amato a fronte di una controproposta Stefano Rodotà? Con che coraggio Bersani potrebbe ancora invocare il cambiamento, sostenendo per il Quirinale il consulente della Deutsche Bank in Italia? Quisquilie, pinzillacchere, frattaglie... La vittoria della Gabanelli alle Quirinarie è l'atto più coerente fatto dal M5S dopo le elezioni. Ecco, Milena, laddove possibile, incarna quello che dovrebbe essere il grillismo: andare avanti, non schierarsi ma capire, denunciare. Dato per assodato che la Gabanelli non farà mai il presidente della repubblica, restano un paio di considerazioni da fare. La prima è che non vorremmo che dopo questa faccenda, Milena diventasse, come tanti, una giornalista inquadrabile in uno schieramento e, quindi, meno credibile. La seconda riguarda l'abilità e la professionalità del gruppo di “Report” nello svolgere inchieste che non guardano in faccia a nessuno. Ma che per caso ne avevano in mente una sugli industriali della Marca? Sperando che non sia così, cioè una captatio preventiva a favore di alleati politici scomodi, resta il fatto che le Quirinarie hanno dato un altro scossone alla politica italiana. Peccato, come sempre, che non si conoscano le cifre della consultazione on line. In poche parole: quanti grandi elettori hanno votato? Quanti voti ha preso la Gabanelli e quanti Gino Strada e Stefano Rodotà? Ma nel M5S non c'è mica Alfano, che pretende la riconta dei voti quando perde e va tutto bene Madama Dorè, quando vince! Nel M5S sono tutti allineati e coperti, soldatini di piombo fatti in serie, manco a mano. E noi con i soldatini ci giocavamo a 5 anni (poi siamo passati alle bambole).

1 commento:

  1. Che finale, Max. Che finale!!!
    Carlo

    PS. Non ti chiedo che cosa intendi per bambole...

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