La
professoressa di un liceo romano, rivolgendosi a una ragazza ebrea
della sua classe, le ha detto: “Se fossi stata ad Auschwitz,
saresti stata più attenta”. È scoppiato un putiferio, e non
poteva essere altrimenti. Sentita dagli organi dirigenti scolastici,
la professoressa si è giustificata affermando: “Ho solo voluto
indicare alla ragazza un luogo dove c'era l'ordine. Non sono
razzista”. Ora, sperando che insegni matematica, che non abbia mai
letto un libro di storia in vita sua, che non abbia mai visto un
film, che scambi, come molti, l'olocausto per la Shoa, la
giustificazione della prof è stata peggiore del guaio combinato
pronunciando una frase idiota. L'ordine di Auschwitz, come tutti
sanno, era quello dei forni crematoi, e l'attenzione e il silenzio
che regnava, era dovuto al fatto che il fumo nei camini non fa
rumore. L'ignoranza, l'approssimazione e la malafede che circonda
ancora oggi la lettura di alcuni fatti storicamente accertati, è una
delle ragioni per le quali questa nazione ha perso la trebisonda,
avendo dimenticato le radici storiche, politiche e sociali dalle
quali ha preso linfa e vita per trasformarsi in una democrazia
imperfetta, ma sempre di democrazia si tratta. La faciloneria e il
pressappochismo con cui si affrontano alcuni argomenti legati anche
al nostro recente passato, sono sbalorditivi. La signorina Roberta
Lombardi, capogruppo dei 5S alla Camera, ha recentemente affermato
che il fascismo degli inizi aveva un forte senso dello stato. Quale
lo si è visto, considerato che più che senso dello stato, il
fascismo aveva il senso dell'impero. E in Africa ancora ricordano le
prodezze di quello sterminatore noto con il nome di Rodolfo Graziani,
in arte Generale dell'esercito. Se c'è una donna che stimiamo senza
se e senza ma, questa è Margherita Hack. Ma il giudizio che ha dato
la scienziata sul fascismo, resterà impresso nella nostra memoria come una delle pagine più nere della sua storia, confermando la
nostra convinzione che non esistono né miti né eroi. Parlando di
fascismo, non ci sono né “ma” né “però”, e non vogliamo
più dilungarci a fare la lista dei personaggi della politica e della
cultura che il fascismo ha torturato, imprigionato, ucciso né le
leggi razziali né l'entrata in guerra con i nazisti. Giustificare i
morti di Salò, come fece Luciano Violante, uno dei saggi di
Napolitano, può procurare le lacrime e l'abbraccio di Mirko
Tremaglia, ma un moto di terrore in tutti coloro che con i
repubblichini ebbero a che fare. Se questo paese avesse mantenuto la
barra dritta su pochi, essenziali presupporti del nostro passato,
probabilmente la storia attuale sarebbe diversa. Morti i padri della
patria però, sono rimasti personaggi dal dubbio passato e dall'incerto
futuro, che non hanno capito cosa diavolo significhi “democrazia”.
Avete sentito la Santanchè, ieri sera da Santoro? Volete un'altra
prova o è sufficiente questa? Ebbene, in un periodo in cui avere
senso dello stato significherebbe tentare di risolvere problemi
incancreniti da 20 anni di berlusconismo, i politici dimostrano
ancora una volta di tenere in considerazione solo i cazzi loro, anche
se tutti si affannano a dimostrare il contrario. Da Matteo Renzi a
Berlusconi, ognuno parla a nome e per conto dell'interesse superiore
della nazione, mentre uno vuol fare le scarpe al segretario del suo
partito, e l'altro ottenere l'impunità a vita, anche costringendo la
povera Ruby a leggere un comunicato stampa scritto di proprio pugno
da Niccolò Ghedini, sotto i ritratti di Falcone e Borsellino. Sui 5S
ormai non c'è nulla da dire se non che, evidentemente, una trentina
di loro si è rotto le palle di premere un bottone telecomandato a
distanza da Casaleggio. Che Roberto Currò, e molti dei suoi colleghi,
si stia stancando ormai è un dato di fatto e non di cronaca. Che
oggi, imbarcati di peso su un pullman, i grillini vadano a parlare
con il capo in una località segreta (sempre grazie al principio
della trasparenza degli altri), è un dato di fatto e non di cronaca.
Che Grillo lanci fatwe e non proposte politiche, è un dato di fatto
e non di cronaca. Che ci siamo rotti le palle di star della politica
e di razzisti tanto al chilo, è un dato di fatto e non di cronaca.
E' proprio vero. Colpevolmente abbiamo perso la memoria.
RispondiEliminaIo direi che l'abbiamo rimossa. No?
RispondiEliminaan