Piroetta
di 360 gradi e addio Marcia su Roma. Niente comizi, niente adunate di
piazza, niente toni da rivolta popolare. Beppe Grillo torna a fare il
comico e perde l'occasione per dare un forte incremento alla sua base
elettorale. “Nessun golpe, per carità – esordisce davanti ai
giornalisti che in questo momento gli servono come il pane e quindi
li liscia un po' – tutt'al più un 'golpettino', utile a salvare il
Caimano e la Banca del PD”. Tutto vero, meno quel termine che,
subito dopo le elezioni, Beppe ha adoperato con una virulenza che per qualche ora, ci ha fatto preoccupare seriamente. Mica perché
riteniamo i 5S ragazzi in grado di prendere con la forza il Palazzo
d'Inverno, ma perché in alcuni momenti ci tornano in mente le parole
di Kossiga sulla tecnica della strategia della tensione: “Che ci
vuole – disse il capo di Gladio – basta mettere nei cortei una
decina di infiltrati e il morto è fatto”. Siccome siamo convinti
che il cinismo kossighiano non se ne sia andato con il legittimo
proprietario, e non giaccia in una tomba, il pericolo che qualche
emulo possa spuntar fuori è del tutto ricorrente. Bene ha fatto
dunque, Beppe Grillo, a organizzare una gita fuori porta chiamando i
giornalisti per spiegare meglio le sue parole, un dietrofront
clamoroso che ha spiazzato tutti, ma che ha fatto capire alla gente
che nel momento in cui ci si mette a giocare, occorre rispettarne
anche le regole. Il fatto che Grillo non sia un anarchico vero (un
po' ci dispiace), sta tutto qui. Un anarchico tende per costituzione
fisica e mentale, a sovvertire ordini sociali, qualunque essi siano.
In attesa di farlo, però, ne segue le regole fino a quando non si
trova nelle condizioni di cambiarle. A Grillo rimproveriamo proprio
questo: di non aver tenuto una metaforica pistola puntata contro il
governo Bersani, di non aver prodotto la legge sulla ineleggibilità,
di non aver introdotto un serio conflitto di interessi, di non
essersi messo nelle condizioni di salvare il nostro patrimonio
culturale, sociale, ambientale ed economico, di non aver salvato
l'acqua e l'aria pubblica, di non aver impedito la riproduzione per
osmosi di una classe politica becera e logora. Avrebbe potuto farlo
senza nessuna fatica e non lo ha fatto, permettendo alla vecchia
politica di tutelarsi come e meglio non avrebbe potuto. Sono ancora
tutti lì con lo stesso direttore d'orchestra: Amato e Letta, Casini
e Monti, Berlusconi e D'Alema, perché se qualcuno pensa che Baffetto
abbia appeso il timone al chiodo non ha capito davvero una mazza.
Beppe non ha solo permesso il salvataggio del Caimano, ma lo ha fatto
assurgere, come spiega quel gran pezzo di Corvo Rockfeller di
Angelino Alfano, a ruolo di statista. Che da questo putiferio Silvio
ne uscisse fuori da statista, è un 'merito' indelebile che Grillo si
porterà nella tomba. L'unica nota positiva di questa faccenda, è
che il cittadino Crimi e la cittadina Lombardi, perderanno molta
della loro spocchia, non conteranno più un cazzo, e torneranno a
fare quello che facevano prima di entrare in Parlamento: niente.
L'altro corvo (stiamo riesumando alla grande Allan Poe), è Matteo
Renzi del quale, oggi, Repubblica riporta in prima pagina il decalogo
(e chi sei Mosè?): “Ecco come rifonderò il PD”. Vorremmo chiedere sommessamente all'irruento, e molto ambizioso, sindaco di Firenze che
si è legato al dito la mancata nomina a “grande elettore” e lo
ripete in loop: ma quelli del PD lo sanno che li vuoi rifondare?
Perché se noi fossimo iscritti al PD e a rifondarci dovessi essere
tu, preferiremmo cambiare aria. Ieri, Franco Marini a Lucia
Annunziata, ha detto senza peli sulla lingua quello che pensa di
Matteuccio viaggiatore, con famiglia al seguito, ad Arcore con
annessa visita guidata e gratuita al Mausoleo: “Renzi dovrebbe frenare la sua
giovanile esuberanza, essere meno arrogante, contenere la sua
sfrenata ambizione, limitare la sua spensieratezza scapigliata,
rendendosi conto che la politica non si gioca con il joystick perché
non è la Playstation”. Pensate un po', lo ha capito perfino Grillo
che la politica non è la Playstation, Matteo dovrebbe impiegare meno
tempo e sforzi meno sovrumani. Intanto da mercoledì, Re Giorgio
inizierà le consultazioni. A fine settimana dovremmo avere il
governo, altrimenti a cosa sarebbe servita la sua rielezione? E,
oltre ai nomi che abbiamo fatto ieri per il ruolo di Presidente del
Consiglio (Amato e Letta), nella notte ne sono spuntati altri due,
Piero Grasso e Anna Maria Cancellieri che andrebbero già meglio. Ma
l'idea (“ideona” la chiama ilFatto) più incredibile sapete qual
è? Luciano Violante alla Giustizia. Capito come si chiude il
cerchio?
Bella analisi Max. Da stampare...
RispondiEliminaMarco