Da
Berlusconi non compreremmo mai un'auto usata, dopo il primo
chilometro fonderebbe le bronzine. Né un cellulare, nella confezione
si troverebbe solo segatura. Tanto meno ci verrebbe in mente di
votare un suo candidato a una qualsiasi carica, compresa quella di
stalliere supplente ad Arcore. Non sappiamo per quale ragione ma, a
memoria, Silvio è l'unica persona al mondo che se dice una cosa, ci
viene la tentazione di fare il contrario. È più forte di noi, una
sorta di antipatia a pelle unita a una idiosincrasia totale per tutto
ciò che sa di plastica, di tarocco, di falso. Certo che, da quando
c'è lui, questo Paese è diventato il regno incontrastato degli
ignoranti e dei profittatori, dei nani e delle ballerine, delle
giovin donzelle travolte da un quarto d'ora di fama immeritata e un
futuro marchiato a fuoco, come Milady De Winter di Dumas. Per cui, se
Silvio dice di non volere Romano Prodi al Quirinale, pena un espatrio
forzoso alle Cayman (conosce un ristorantino niente male), noi
iniziamo a fare un tifo sfegatato per il Professore al Colle. Dei due
negletti nominati da Silvio a Bari, Gino Strada e Romano Prodi,
propendiamo decisamente per il secondo, vedendo nel fondatore di
Emergency un ministro della Salute con le palle, che torni a far
valere i diritti del malato sanciti dalla Costituzione, insomma,
l'uomo giusto al posto giusto, cosa che in Italia è sempre stato un
optional. Gli anatemi di Silvio, ovviamente, sono di natura
preventiva. È vero, ci sono personaggi che teme più della peste,
perché sa che lo conoscono benissimo e, a proposito di auto usate,
neppure loro ne comprerebbero una nell'autosalone di Cologno Monzese.
Poi arriva il dissanguatore finale degli italiani, il famigerato
Monti the Pyton, che da Fabio Fazio dice che occorre una larghissima
maggioranza per eleggere il presidente; che raggiungere l'intesa
Pd/Pdl, con Lista Civica a reggere il moccolo, è l'unica soluzione
possibile per il Paese; che un presidente eletto al primo turno,
frutto di un inciucione, sarebbe la soluzione migliore per questi
cazzo di mercati che ormai non se ne può più. Monti è un altro che
ci indispettisce da sempre. Lo guardiamo in faccia e ci viene la
voglia di prendere una vanga. Il Professore2 (l'1, diritto di
anzianità, è Prodi) è talmente tronfio, pieno di sé e dei suoi
miracolistici interventi, che è riuscito a far aumentare tutto:
disoccupazione, debito pubblico, fabbisogno dello stato, consumi,
beni primari, sfiducia, pessimismo, qualunquismo, espatri e qualità
della vita. Oggi ci sono ancora i boat people che arrivano a
Lampedusa, ma mica per restare in Italia, per andarsene velocemente
in Germania. Nell'immaginario collettivo degli abitanti del bacino
del Mediterraneo non siamo più un sogno, siamo diventati l'incubo
peggiore, la terra di mezzo fra la fame e la prosperità. C'è da
dire anche che oggi il papà di Gaia, incontra gli industriali di
Confapri, l'associazione presieduta da Arturo Artom che, come dice
l'Huffington Post, è l'ufficiale di collegamento fra il M5S e le
imprese. Casaleggio andrà ad illustrare i contenuti della
Grillonomics mentre gli industriali, tutti ex berluschini,
proporranno la loro ricetta per diminuire il debito pubblico. Artom,
uno di quelli che ci ha causato una serie infinita di incubi
notturni dopo il collegamento con Piazza Pulita, è il fautore
dell'eutanasia delle imprese in difficoltà. In poche parole dice:
“Ci sono imprese che non ce la fanno? Lasciamole spegnere
serenamente e investiamo i soldi della Cig nel reddito di
cittadinanza”. Un altro dei pallini di Artom è il dimezzamento del
pubblico impiego, una via di mezzo fra i “mangiapane a tradimento”
di Brunetta e “con la cultura non si mangia” di Tremonti, da
mandare a casa senza passare dal via. Ancora un pallino sono i cento
miliardi di debito della PA nei confronti delle imprese, poi
l'abolizione dell'Irap, poi i ritocchi dell'IVA. E, tanto per
predisporre al meglio l'animo degli industriali trevigiani e
lombardi, ieri Grillo, a stretto giro di post, ha fatto sue le
preoccupazioni di Sergio Squinzi che, dal palco di Torino, ha
lanciato l'ultimatum di Confindustria alla politica. Domanda: ma i
grillini conoscono le proposte economiche del loro Movimento? E
ancora: sanno che tipo di rapporti ci sono fra Artom e Casaleggio?
Perché, degli incontri che hanno tenuto prima delle elezioni, non c'è
stata una diretta streaming?
Ma hai sentito la stupidaggine quotidiana di Casaleggio? Questi sono pericolosi...
RispondiEliminaCarlo