Era
ora. Non ne potevamo più. Di questo PD l'Italia non sa che farsene.
Pensateci, dopo che Vendola ha detto “no” a Marini e “sì” a
Rodotà, il PD è rimasto solo Centro. La Sinistra è scomparsa
definitivamente ed è rinata la Balena Bianca, l'assurdo è che
Achab ha le sembianze di Pierluigi Bersani. Berlusconi sceglie il
presidente della Repubblica e il segretario del PD dice “sì”
dopo quasi 50 giorni di limbo. Tradisce il suo elettorato, “Mai
un'alleanza con Silvio”, e si getta a corpo morto nelle braccia del
peggior nemico della democrazia che questo paese abbia mai avuto:
l'ex repubblichino Giorgio Almirante, in un ipotetico confronto con
Silvio, sarebbe un moderato di stampo anglosassone con tanto di
parrucca bianca e riccioli. Franco Marini, ottantanne, ex segretario
della CISL, democristiano di ferro, ha nel suo recente passato, una cocente
bocciatura in Abruzzo, la sua regione, che non lo ha rieletto al
Senato dopo una lunga e silenziosa carriera. In Abruzzo, una terra
che non capiamo più, è stato rieletto perfino Totonno Razzi, il che
significa che la destra si riconosce nello statista dei cazzi suoi e
che la sinistra ha bocciato Marini fino a considerarlo un corpo
(morto) estraneo. Insomma, non lo hanno voluto neppure i suoi
concittadini di San Pio delle Camere, perché lo dovrebbero
sopportare, per sette anni, 60 milioni di italiani? Ovviamente il
popolo della sinistra è incazzato nero. Torneremo ai “girotondi”
di quando lo stesso popolo diceva a D'Alema “dì qualcosa di
sinistra, ti prego”. Torneremo a rivivere l'ennesima spaccatura di
una sinistra che non trova pace, e nessuno che riesca a farne
convivere le mille anime perse fra la nostalgia, l'incapacità di
guardare oltre e l'abbraccio mortale con il capitalismo (gli agi, le
comodità, le estetiste e i parrucchieri piacciono a tutti, popolo di
sinistra compreso), e infatti, un borghese di sinistra è un assurdo
in termini, peggio dei cattocomunisti. Dall'altra parte, a contendere
il Colle al democristiano di ferro, c'è Stefano Rodotà, il primo
presidente del “rinnovato” partito comunista. Ottant'anni anche
lui, giurista integerrimo, costituzionalista poco avvezzo ai
compromessi, è risultato terzo alla Quirinarie ma primo dei papabili
“seri”. Lo voteranno i grillini, quelli di Sel, i pidini
dissenzienti compresi i renziani. Da questa ennesima pagliacciata all'italiana, molto
difficilmente Franco Marini dovrebbe essere eletto presidente al
primo scrutinio. 672 voti sono una tombola e considerati i
presupposti, non crediamo che Marini li abbia. E se non dovesse
essere eletto al primo turno, c'è la possibilità che non lo sia
neppure al secondo e al terzo. Cosa potrebbe accadere allora? Un
ripensamento dei pidini ortodossi e un pronunciamento a favore di
Rodotà? Impensabile. Eccolo che, come in un incubo, tornerebbe in pista
lui, quello dell'1 per cento dell'imponibile a Mediaset, quello della
Bicamerale, quello che con Silvio si può, quello delle leggi mancate
sull'ineleggibilità e sul conflitto d'interessi. Signore e signori:
Massimo D'Alema. Baffetto è pronto. In queste settimane ha lavorato
alacremente e, per farlo meglio, non si è ripresentato alle ultime
elezioni facendo intendere di aver compiuto la “solenne rinuncia”.
È andato perfino a Firenze a parlare con Renzi il quale, troppo
giovane e troppo ambizioso com'è, ha gradito. Anzi, volete che ve la
diciamo tutta? Secondo noi c'è un progetto preciso dietro tutto ciò.
Franco Marini, un po' rinco com'è, è l'agnello sacrificale. Bersani
e suoi compari di merenda, sanno perfettamente che una parte del Pd
non lo avrebbe mai votato, e allora lo bruciano. Fanno finta di provare a
fare una cosa unificante e, al quarto turno, sempre con Silvio ma con
un PD ricompattato, passa il salvatore della patria: Massimo D'Alema.
Se dovesse accadere questo, la sapete una cosa? Speriamo che Marini
passi al primo turno.
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