Se
avessimo un conto corrente corposo, meglio, un conto corrente e
basta, penseremmo seriamente a svuotarlo e a rimettere in funzione la
vecchia mattonella di nostra nonna. Il fatto è che chi ha
l'abitudine storicamente certificata, di mettere le mani nelle tasche
degli altri, difficilmente la perde, anzi è portato a reiterarla proprio come i killer seriali. E
le condizioni economiche del nostro Paese, che spinsero nel 1992 il dottor Sottile a fregarsi il 6 per mille dei nostri soldi depositati
in banca, se possibile, sono peggiorate. Non volendo parlare della
rielezione di Giorgio Napolitano, alias “il firmator cortese”,
dobbiamo prendere atto che in Italia chi parla di rinnovamento anche
anagrafico della classe politico-dirigenziale, va a cozzare contro un
muro di gomma colossale, una sorta di cinta muraria impenetrabile che
rende Roma una fortezza inespugnabile. Se Napolitano dovesse portare
a termine il suo secondo mandato, avrebbe 95 anni. Amato presidente
del consiglio, 80. La media di età dei politici che contano, dei vip
insomma, è di 63 anni. Stefano Rodotà, candidato fino all'ultimo
dei 5S e di Sel, 80 anni. Franco Marini, 80 anni. Romano Prodi è un
giovane virgulto, 74 anni. Silvio Berlusconi, 76 anni. E questo è un
indubbio messaggio di speranza rivolto alle nuove generazioni:
ragazzi non disperate, la media di età si è alzata a dismisura. È
vero che non farete un cazzo fino a 60 anni, però poi potreste anche
concorrere alla presidenza della repubblica. Su tutta questa
sporca faccenda, si potrebbe scrivere un istant-book. Ne escono fuori
tutti con le ossa rotta. Dal M5S al PD (addirittura nebulizzato), da
Scelta Civica praticamente ridotta a comparsa di fila, alla Lega,
Arlecchino servitore di due padroni. L'unico vincitore vero,
certificato, santificato è sempre lui: Silvio Berlusconi, re di
Arcore, imperatore di Cologno Monzese. Infatti. Il concetto di “popolo” (o
“maggioranza silenziosa” di fantozziana memoria), del M5S è
quantomeno bizzarro. Proprio questa mattina, un grillino intervistato
da RaiNews24, ha detto che alle Quirinarie hanno preso parte 50mila
grandi elettori. Considerato che Stefano Rodotà è arrivato terzo,
dietro due calibri dell'appeal di Milena Gabanelli e Gino Strada, i
voti che il giurista ha realmente preso si possono calcolare sulla base dei
5mila, forse qualcuno in meno. Parlare di popolo ci sembra, come
dire, esagerato e sapete cosa ha detto il grillino di cui sopra?
“Comunque i 50mila votanti del M5S sono sempre di più dei mille
intervistati per i sondaggi”. Insomma, il popolo della Rete non ha
votato, ha fatto un sondaggio. Dopo il dietrofront di Beppe Grillo
sulla Marcia su Roma dei milioni di 5S (Rodotà, da quel grandissimo
giurista che è, gli ha fatto sapere che a lui stanno sulle palle
tutte le marce su Roma), stamattina griderà al golpe ma sarà tutta
una scena. Il suo obiettivo lo ha raggiunto: spaccare il PD.
Complimenti Beppe, finalmente qualcuno è riuscito a smascherare un
partito che non è mai esistito. La fregatura è che facendo in
questo modo, l'unico ruolo che i giovani del Movimento avranno in
Parlamento, sarà quello degli scassapalle e non di più. E pensare
che un grillino umbro, giunto appositamentea Roma da Norcia, ha chiesto a
gran voce ai suoi amici cittadini parlamentari, la legge sulla
ineleggibilità di Silvio: beata ingenuità! Del PD abbiamo detto,
scritto, sparlato, ma sempre con una vena di malinconia, pensando a
quello che poteva essere e non è stato. Porteremo un fiore sulla sua
tomba. Mario Monti, da genio dell'economia, è diventato la spalla
intelligente dei Fratelli De Rege: “Vieni avanti, cretino” e lui
va. La Lega Nord, poverina, è la succursale ibrida e frigida del
Pdl, non muove un passo che Silvio non voglia, e se ci prova, Maroni
si piglia un cazziatone che metà basta. Rimane lui, sempre lui,
incontrovertibilmente lui: Silvio. Le strette di mano, le pacche
sulle spalle, gli abbracci che lo hanno travolto dopo l'elezione di
Giorgio Napolitano, la dicono lunga sul senso di questa elezione.
Basterebbero le immagini per commentare quello che ha significato per
Silvio questa fase politica, una vera e propria rinascita, una overdose di Viagra. Ora si
aprono davvero orizzonti inaspettati, e pensiamo con amarezza che se
solo qualcuno avesse deciso di cambiare le cose sul serio, e non di
fare semplicemente finta, oggi commenteremmo un'altra vicenda. Invece
siamo qui a raccontare la disfatta storica della sinistra che non
c'è, l'ennesimo sogno svanito all'alba, l'arrivo alla presidenza del
consiglio del dottor Sottile (geniale la definizione data di Amato da Eugenio
Scalfari) o, in subordine, del nipote di Gianni Letta, quell'Enrico tramatore pretigno che ha le sue belle responsabilità ma uno zio che
conta parecchio. Italiani, occhio al conto corrente. Se ne avete uno,
svuotatelo. Ci sono sempre le mattonelle del bagno perché il
materasso di crine non esiste più.
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