Ieri, non più tardi di ieri,
scrivevamo che Silvio punta tutto sulla presidenza della
Circonvenzione per le riforme istituzionali. Abituato a turlupinare
milioni di italiani, Berlusconi pensava che quello fosse l'incarico
più adatto alla sua personalità e ai suoi illimitati mezzi di
istrione per deficienti. Quando gli hanno spiegato, non senza qualche
difficoltà, che si trattava di presiedere la Convenzione e non la
Circonvenzione, Silvio c'è rimasto malissimo. Anche perché, insieme
a Cesarone Previti, l'occhio di falco attualmente in cura ai servizi
sociali, ne ha messe in atto più lui di Monsieur Verdoux. Il fatto è
che Silvio c'è rimasto di stucco quando ha saputo che, fra i
maggiori oppositori, c'era anche Matteuccio Renzi. Il sindaco
gigliato, ha detto: “Berlusconi non può essere un padre
costituente. Come facciamo a fargli scrivere la Costituzione per i
prossimi 50 anni?” Che si deve fare per convincere l'anima di
sinistra del partito ad accettarlo come segretario? Basta mentire
spudoratamente. D'altronde, ritrovarsi ancora D'Alema fra le palle
sarebbe la beffa oltre il danno. Brunetta, dicendo che i veti del Pd
sul nome di Silvio sono intollerabili, non ha fatto altro che far
sapere agli italiani che quel patto scellerato fra il suo padrone e
LettaLetta esiste davvero. Sull'Imu, nonostante le inveterate da
campagna elettorale permanente, alla fine si metteranno d'accordo, ma
sulla presidenza della Convenzione no. Silvio la vuole ed
Enrichetto gliela deve dare, e che questa frase non suoni come una
stupida boutade. Ecco, Silvio presidente della Convenzione potrebbe
essere la goccia che fa traboccare il vaso enorme della pazienza
degli italiani, e il momento in cui la nostra sacca, pronta da tempo, ci si metta da sola sulla spalla e ci inviti ad espatriare. E
veniamo ai ragazzi 5S violentemente hackerati da una congrega che si
chiama Par-AnoIA e che si dice “vicina al Pd” (fatto che desta qualche sospetto, perché questi sono i classici casi in cui si tace
lavorando nell'ombra). Dunque. Gli onorevoli Massimiliano Bernini,
Tancredi Turco, Giulia Sarti e Filippo Gallinella (“Baloo”) sono
state vittime di un vergognoso attacco da parte degli hacker di cui
sopra. Entrati fraudolentemente nelle loro caselle di posta
elettronica, i "paranoici" se ne sono impossessati e hanno iniziato la
pubblicazione delle email. Qualcuna imbarazzante, altre decisamente
più innocue (dicono coloro che le hanno lette), violare la privacy
di chiunque, onorevoli compresi, è comunque un reato. I grillini si
sono prontamente rivolti alla polizia postale, denunciando,
giustamente, il furto delle identità. Trascorse ben otto ore senza
che la PP provvedesse a chiudere il sito degli hacker, la signorina
Lombardi ha indetto una conferenza stampa per denunciare la lentezza
esasperante con la quale, gli organismi di polizia, stanno procedendo
alle indagini. “Ben otto ore fa – ha detto quella dei fascisti
con grande senso dello stato – siamo andati a sporgere denuncia.
Sono passate otto ore e non è successo ancora nulla”. Forse la
signorina Lombardi non sa che, grazie ai tagli, la polizia postale è
stata brutalmente ridimensionata, che sono rimasti 4 gatti che
lavorano per 44 e che prima di chiudere un sito deve intervenire la
magistratura, a meno che non ci si confonda con le pagine Facebook
che scompaiono in un amen. L'estate scorsa, anche noi siamo rimasti
vittime di un attacco simile, anche se con intenti più truffaldini.
Degli imbecilli travestiti da hacker sgrammaticati, ci hanno rubato
l'identità, bruciato il blog, perso tre anni di posta con relativi
contatti, insomma, un gran casino. Anche noi ci siamo rivolti alla
polizia ordinaria che ha provveduto ad inoltrare la nostra denuncia
contro anonimi, alla polizia postale. Due settimane fa, tramite il
messo del tribunale, ci è arrivata l'archiviazione della denuncia. Caso chiuso e quei vaffanculo di Google che non ci hanno
permesso di rientrare in possesso di nulla, nonostante la denuncia.
Ci incazzammo a morte, ma tanto fu. Ora, capiamo perfettamente lo
stato d'animo dei 5S, sappiamo quanto possa essere doloroso vedersi
scippare anni di vita, di amicizie, di amori, di foto un po' osé, di
rapporti delicati, ma la rete è questa, un immenso casino nel quale
sembra facile districarsi e sentirsi protetti, mentre si sa che non è
così. Forse è per questo che parlare in nome e per conto del popolo
della rete ci è sembrato da sempre un controsenso. Il popolo della
rete, amici grillini, è composto anche dagli hacker che vi hanno
scippato la vita, dovreste parlare anche a nome loro. O li
espellerete dal Movimento?
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