Il 18
settembre del 1996, in via Bellerio a Milano, accadde che per opporsi
alla perquisizione della sede del partito, da parte della polizia
inviata dal procuratore di Verona, Papalia, Roberto Maroni, colto da
raptus, tentò di mordere il polpaccio di un agente. Nella
colluttazione, il futuro ministro dell'Interno, non riuscì ad
azzannare il poliziotto, si ritrovò con il naso rotto e una condanna
a 8 mesi per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. La
sentenza, in secondo grado, fu ridotta a 4 mesi e 20 giorni, ma solo
perché i leghisti al governo, avevano abrogato il reato di
oltraggio. L'Italia è uno strano paese, sopporta malamente i
cambiamenti, li frena, li osteggia fino a bloccarli. È una nazione
composta da reduci degli oratori e dall'aver votato per anni
Democrazia Cristiana, dunque, con un forte senso gattopardesco: far
finta di cambiare è nel nostro dna. Perfino nelle cose di tutti i
giorni, gli italiani si dimostrano refrattari ai cambiamenti: meglio
un'amante nascosta che rompere il tranquillo menage familiare, meglio
morire di noia, piuttosto che riappropriarsi della vita muovendo il
culo da una poltrona solida, calda, accogliente, ruffiana. Così,
quando sulla scena irrompono personaggi che non esprimono gli stessi
concetti della politica corrente e imperante, qualcuno si sente
immediatamente in pericolo e aziona gli anticorpi. Accadde con la
Lega, ma quei baluba tentarono l'assalto al Campanile di San Marco
con un carrarmato acquistato direttamente alla fiera degli Obej Obej,
e perciò si beccarono l'accusa di attentato alla sicurezza dello
Stato. Sta accadendo oggi con il Movimento5Stelle, attenzionato da
polizia, polizia postale, carabinieri, guardia di finanza, corpo
forestale dello stato, polizia provinciale, vigili urbani, metronotte
e body guard delle agenzie di sicurezza private. Tutti insieme
appassionatamente, irrompono nelle sedi virtuali (difficile, non
avendone i 5S nessuna), alla Casaleggio Associati, nella cantina di
Beppe Grillo probabilmente piena di cimici, e sequestrano hard disk
sperando di trovarci dentro le prove di un colpo di stato. Poi, per
completare il giro, tirano fuori il reato di “vilipendio” al capo
dello stato che, come per i leghisti l'oltraggio, appena i grillini
saranno al potere, cancelleranno definitivamente, dando vita a un non
luogo a procedere. E tutto per sviare l'attenzione sul problema vero
che l'Italia ha in questo momento: un governo che non riesce a
compiere un passo in avanti a causa dei veti incrociati. Se non ci
riesce neppure un democristiano doc come LettaLetta, la vediamo dura
per chiunque perché, nonostante le promesse all'atto
dell'insediamento, questo governo è bloccato ancora una volta dai
guai giudiziari di Silvio. A giugno ci sarà lo stop della prima rata
dell'Imu, ma solo per la prima casa. Si pagherà invece quella sui
capannoni industriali, perché la Ragioneria dello Stato ha fatto
sapere che occorrerebbero 7 miliardi di euro per coprire le mancate
entrate. La copertura della Cig in deroga dovrebbe essere parziale,
non tutti i cassaintegrati, quindi, potrebbero ricevere l'assegno
mensile. I tagli lineari hanno colpito ancora una volta,
pesantemente, la scuola, la ricerca e la cultura, si attendono
pertanto le dimissioni di LettaLetta. A fronte dell'ennesimo dramma
recessivo di una nazione sulla via del dissanguamento, cosa fa il
Pdl? Ripropone il condono edilizio e la legge Alfano sulle intercettazioni
telefoniche. Ogni commento è superfluo, ogni considerazione
ulteriore da dementi. Però, 20 grillini stanno correndo il rischio
di essere rinviati a giudizio per vilipendio al capo dello stato.
Grillo, anche ieri, l'ha detta giusta: “Perseguitateci pure, ma
sappiate che siete seduti su una polveriera”. E tutto per salvare
Silvio Berlusconi e il suo impero. Ma possibile che nessuno si renda
conto che quando è troppo, è davvero troppo?
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