Translate

lunedì 13 maggio 2013

Crimi: “Silvio è un eversore”. E su Canale5 va in onda la più grande manipolazione mediatica della storia della tv.


Come la fiction su Totò Riina. Tale e quale. Il capo dei capi è stata la più grande fanfaronata sulla mafia che si sia mai vista in tv. Mascherata da pseudo analisi sociologica, il tono con il quale la fiction trattava la vicenda umana della “bestia” (una palese contraddizione in termini) di Capaci, di Via D'Amelio, di Via dei Georgofili, era improntato alla commiserazione giustificativa di un'infanzia, un'adolescenza e una giovinezza trascorse fra fame e violenza. In poche parole Totò Riina era diventato Totò Riina perché in giovinezza gli avevano dato le tottò sul culetto dopo aver rubato la marmellata. “Comprensivista” fino al disgusto, quella fiction grida ancora vendetta al cospetto di Falcone, di Borsellino e di quell'esercito di servitori dello Stato diventati carne da macello nelle mani del boss dei boss. Il tono della trasmissione di ieri sera su Canale5 è stato lo stesso. Comprensivo, assolutorio, giustificativo, adulatorio, ingannevole, subliminalmente fuorviante. Per l'occasione, Silvio ha perfino aperto alle telecamere i luoghi segreti della sua residenza. Dopo aver tolto accuratamente il palo della lap dance, le luci della discoteca scambiate con candele al profumo di rosa, il guardaroba con le divise da infermiera, poliziotta, suora e giudice, le telecamere hanno mostrato il salotto buono di casa Berlusconi, quello in cui, ogni quindici giorni, la compagnia di giro si riuniva per ascoltare le barzellette sconce del Dux, le storie con Putin e Bush, rivedere i filmati dei suoi discorsi e i viaggi all'estero, il cucù alla Merkel, il “vuauh!” a Michelle Obama, il baciamano a Gheddafi (salvo prenderlo per il culo per il profumo di lavanda che emanavano gli arti del dittatore libico) e le slide dei leader della sinistra che in questi anni Silvio ha fatto fuori. Forse accadeva anche che le immagini eccitassero un po' non solo la fantasia del padrone di casa, ma anche qualche altra parte del suo corpo in disfacimento, e allora capitava che una mano sfiorasse un culo o una tetta, ma sempre per sbaglio, così, tanto per giocare un po'. Insomma, la trasmissione di ieri sera, alla vigilia della requisitoria di Ilda Boccassini sul processo Ruby, è stato un colossale spot auto-assolutorio, un modo per dire alla gente: “Questa è la realtà. Non ho fatto nulla. Sono un perseguitato. Io vi ho fatto vedere tutto, la Boccassini cosa potrà mai mostrarvi se non il nulla?” E la gente gli crede. Il 30 per cento dell'elettorato gli crede ancora e, assurdità galattica, ancora lo vota. Ma mica finisce qui. In attesa della requisitoria della giudice, gli house organ sono scesi pesantemente in campo con una campagna di disinformazione come non la si era mai vista. E sono arrivati al punto in cui hanno elaborato la teoria che l'unico che ama e rispetta le donne è Silvio, perché quelli, e quelle, della sinistra, le donne le disprezzano e basta. “Donne che odiano le donne”, ha titolato oggi il Giornale, parlando della presunta aggressione verbale di Laura Boldrini contro Paola Ferrari, dell'accanimento di Ilda Boccassini nei confronti di Santa Maria Goretti-Ruby e degli insulti dei manifestanti anti-Silvio di Brescia contro la Santanchè e la Brambilla. Il fatto è, senza fare battute fuori luogo, che se uno può dare del “testa di cazzo” a Brunetta, non si capisce la ragione per la quale non possa farlo nei confronti di, una a caso, Daniela Santanchè. Ma che bisogna premettere “signora”? Alla fine sempre di testa di cazzo si tratta, signora o meno. 
Come il PD riesca a governare con simili figuri non si sa. I tempi che viviamo ci stanno insegnando che la dignità è veramente una gran puttana, perennemente in vendita al miglior offerente. Se n'è accorto anche Vito Crimi che sempre ieri, da Lucia Annunziata, ha accusato apertamente Silvio di eversione. “La manifestazione di Brescia – ha detto Crimi – è stato un vero e proprio atto eversivo”. Forse questa è la ragione per la quale i grillini bresciani, insieme ai giovani dei centri sociali, hanno pensato che occorreva farlo sapere anche a Silvio. L'uscita improvvida di Berlusconi sulle analogie fra il suo caso e quello di Enzo Tortora, ha indignato la mezza Italia che sa e che ricorda. Purtroppo quello che Silvio ha detto di Tortora non può essere derubricato a battuta, perché fa parte di una comunicazione pianificata scientificamente a tavolino, che prevede il ricorso all'uso della menzogna pura, purché lo si faccia per primi. E Silvio, in questo, è di una bravura diabolica. Sull'elezione di Guglielmo Epifani alla segreteria del PD, non diciamo nulla anche se, dopo aver visto D'Alema presente alla Fiera di Roma, abbiamo capito da dove venisse quel 15 per cento di voti assembleari mancanti per l'unanimità. C'è da segnalare che anche ieri, da più parti, comprese le magliette degli “Occupy PD” è salita forte la richiesta di conoscere i nomi dei 101 zozzoni. Risposta non pervenuta. Che uomini, gli zozzoni del PD.

Nessun commento:

Posta un commento