Dicono
che subito dopo la sentenza dei giudici di Milano sul processo
Mediaset, Silvio abbia penato non poco a calmare i falchi del Pdl.
Magari avevano in mente un'altra manifestazione guidata, lancia in
resta, da Francesco Nitto Palma che, dopo aver dato una grande prova
di destrezza nell'assedio di un tribunale, è stato meritatamente
eletto presidente della Commissione Giustizia del Senato. O, forse,
Daniela Santanchè, che di mestiere fa la “pasionaria” del Pdl, che avrebbe convinto ancora una volta i suoi elettori di Villa Sorriso, a
lanciare le dentiere contro la Boccassini. Silvio, invece, più calmo
di un mare in bonaccia, ha appreso la sentenza mantenendo un
fair-play estremamente british, tanto che Paolino Pa Bonaiuti e
Gianni Letta si sono chiesti se Francesca non l'avesse distrutto con
una infuocata notte d'amore. Niente di tutto questo. Silvio, che di
mestiere fa (forse) l'evasore fiscale e il donatore di laser
antidepilatori, aveva appena saputo dell'elezione del settantaduenne
Giorgio Santacroce (in passato rapporti stretti con Cesarone Previti) a primo
presidente della Corte di Cassazione. Proprio la Corte che dovrà
confermare o meno, la pena di quattro anni di galera e cinque di
interdizione dai pubblici uffici, comminata ieri dai giudici di
Milano al Capataz. Dicono, sempre le voci bene informate di cui
sopra, che Silvio non abbia stappato lo champagne solo perché,
ultimamente, gli brucia un po' lo stomaco e, avendo terminato la
scorta di Maalox sciroppo, ha preferito brindare a te verde.
Berlusconi condannato; Roberto Formigoni, testé eletto presidente
della Commissione Agricoltura, indagato per peculato; Nitto Palma
alla Commissione Giustizia; il partitucolo di Mario Monti che annaspa
e vota a favore di tutto e di tutti non sapendo perché lo fa; la
Corte dei Conti che boccia sonoramente le leggi e i decreti
dell'ultima fase del governo dei tecnici, dicendo: “Ma andate a
scuola, ohibò!”. E poi c'è Bersani che, livido in faccia, urla ai
giornalisti “Io non do indicazioni su nessun nome del prossimo
segretario”; il leader dei 101 zozzoni, che si è legata al dito la
sua mancata riammissione al Parlamento nelle liste privilegiate del
segretario; l'ala frondista del PD contraria al governo LettaLetta,
pronta a impallinarlo al primo tentativo di volo; la Finocchiaro che
dice: “Io non voglio fare il segretario, Renzi ci poteva pensare
prima di insultarmi”; Rosy Bindi, che ha già prenotato una cella
nel convento delle suore di clausura di Pinerolo, e lì intende
chiudere la sua vita politica; Franco Marini che, da San Pio delle
Camere, sta lavorando alacremente per fottere almeno una cinquantina
dei 101 zozzoni e i 101 zozzoni che intendono far pagare molto caro
al partito, l'essere considerati, appunto, degli zozzoni. E anche se
l'appellativo coniato da Dario Fo, non li descrive nella loro
magnificenza, resta da parte loro, la sgradevole sensazione di essere
considerarti un corpo estraneo. Il PD, parole di Pippo Civati, sta
correndo il rischio di “liquefarsi”, sta diventando, insomma, una
entità ectoplasmatica da seduta spiritica. Sembra infatti che nelle scorse
notti, i maggiorenti del partito abbiano tentato di evocare l'anima
di Palmiro Togliatti, nella speranza di avere, da parte del Migliore,
almeno un suggerimento. E sembra, ci dicono le solite voci bene
informate del PD, che l'anima abbia pure battuto un colpo ma, visto da chi era composta la catena, abbia detto: “Ma che vulite 'a me,
jatevenne satanassi, avite scassato 'o cazzo”. Sta finendo un
“sciogno”, chiedere a Briatore per avere la conferma.
La foto del "migliore", tu?
RispondiEliminama ti senti male?
an