La
battuta più bella (finora) è stata quella di un elettore appena
uscito da uno dei seggi romani: “Az – ha detto – occorrono
cabine di almeno 40 metri quadrati”. La Capitale, con 40 liste,
corre il rischio di battere il Guinness dei Primati delle schede
elettorali più lunghe di tutti i tempi e di ogni dove. Un foglio di
carta del genere non si vedeva dall'Argentina della fine della
dittatura, quando sopravanzò il Cile di una decina di liste. Ultima,
in questa ridicola graduatoria, la Russia con una sola lista, quella
di Putin, ma si sa, in Russia vige la democrazia più viva e
partecipata. Non a caso, Vlady è cordialmente invidiato da Silvio,
che in queste ore se la sta spassando nella dacia dello Zar a parlare
di gas, a bere vodka e a finanziare il centro estetico di Natasha. Ma
torniamo a Roma. Il rischio che la lunghezza della scheda elettorale
allontani ancora di più i votanti, è vivo e vibrante. Questa
mattina a mezzogiorno, aveva infatti votato il 5 per cento in meno
dei romani, rispetto alle ultime amministrative. Vabbé il derby per
la finale di Coppa Italia, ma il distacco dalla politica si fa ogni
giorno più profondo. In questo clima, chi rischia di sorridere per
il secondo mandato, è il sindaco uscente, Gianni Alemanno, chiamato
familiarmente “zio” dalla folla dei parenti assunti all'Atac. Il Pd corre con
un galantuomo, Ignazio Marino, una delle poche persone che voteremmo
in assoluto. Ma i democrat sono in una crisi talmente nera che
l'impressione è che non servirà il lumicino “Marino” a ridargli
un po' di luminosità. Il Pd paga inoltre l'alleanza contronatura con il Pdl,
un matrimonio devastante che sta allontanando giorno dopo giorno, una
base nauseata. Il M5S, con Marcello De Vito, a meno di sorprese
dell'ultima ora, dell'ultimo voto, dell'ultima urna di borgata, non
dovrebbe andare neppure al ballottaggio. Poi c'è Alfio Marchini l'outsider (al
quale si è affiancato nelle ultimissime ore Antonello Venditti), che
corre rischi seri dopo che la sua lista è stata ufficialmente
abbracciata e benedetta da Mario Monti, noto per portare sfiga
all'Italia, agli italiani tutti ma non a se stesso. Insomma, la
riconferma di Alemanno, data per impossibile fine a qualche settimana
fa, sembra, allo stato delle cose, l'unico dato certo, soprattutto se
come probabile, la partita si dovesse decidere al ballottaggio, con
Forza Nuova e i casapoundini pronti a dar manforte al “nero per
volontà”. Quasi sette milioni di italiani fra oggi e domani,
andranno a votare. Più attendibile di un sondaggio, il numero degli
elettori dovrebbe servire a capire che aria tira in questo momento in
Italia, anche se, a sentire LettaLetta e o' Schiattamuort, l'esito
del voto, qualunque esso sia, non influirà sul cammino del governo.
Strani, questi soggettoni del Pdl, giocano al poliziotto buono e a
quello cattivo, non sapendo che di fronte hanno un
democristiano doc, quello a cui Fabio Massimo, detto o'
Temporeggiatore, fa una solenne pippa (da non confondere con la, scomparsa dal gossip, cognata di William). Ma anche nel Pdl ci sono
acque agitate, e per un argomento sul quale non avremmo scommesso un
cent: i diritti civili. Svegliatisi da un lungo letargo, nelle scorse
ore, e a seguito della lettera di Davide Tancredi a Repubblica (e
alla risposta di Laura Boldrini), Sandro Bondi e Giancarlo Galan sono
scesi in campo per garantire la libertà a tutti, e non solo agli
iscritti al loro partito. Sandro Bondi ha detto: “A differenza
dell'onorevole Roccella e di tanti miei amici, non capisco perché i
cattolici debbano fare delle battaglie contro chi invoca il
riconoscimento delle unioni fra omosessuali, al di là delle diverse
e legittime posizioni sul significato del matrimonio”. Più
infervorato, Galan ha detto: “La lettera di Tancredi mi ha
commosso. Una richiesta di vita, di libertà, di poter amare e di
essere se stesso come chiunque altro, una richiesta matura,
consapevole, profonda. Ma le sue parole non mi hanno stupito perché
sono vere, dice la verità”. Dal Pd, sulla via della pacificazione
totale, nessun commento. L'omosessualità, per LettaLetta, è
evidentemente, un argomento “divisivo”. Con Fioroni.
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