Era
nell'aria ormai da settimane, ma gli ultimi sondaggi di Swg sembrano
delineare una situazione destinata a durare nel tempo e che, se non
cambia la legge elettorale, ci porterebbe a secoli di governi senza
una maggioranza definita. Lo scarto fra il Pdl è il Pd (seppur in leggera
crescita), è sempre di tre punti: non bastano. Se dovesse cadere
LettaLetta, e restare la Porcellum, assisteremmo alla stessa
pantomima di queste settimane, ma a ruoli invertiti. A chi giova?
Bersani dice: “Vèh... ragassi, il Pd non è così caotico”.
Ormai la macchietta di se stesso, il galantuomo che ha dilapidato in
un amen il patrimonio di primarie trionfali con una campagna
elettorale demenziale (lo spot “lo smacchiamo” è degno di un
creativo da elezioni di capoclasse al liceo), sta rivivendo come un
incubo i giorni da presidente incaricato. E pensa, perché Piergigi
pensa anche, che se fosse riuscito ad avere la compiacenza del M5S,
avrebbero provveduto i 101 zozzoni a trombarlo in parlamento. E
allora si sente un po' più sollevato, anche se continua a chiedersi
come fa, lui uomo di sinistra, a militare in un partito come il Pd. E
che il Pd sia un partito di sinistra molto sui generis, lo si è
visto in questi giorni di scelta del nuovo segretario. Praticamente,
alla carica di primo pidino d'Italia, dopo Carlo De Benedetti, hanno
concorso tutti e, ci scommettiamo, pure Silvio nel segreto di
trattative immorali e contronatura con il leader dei 101 zozzoni.
Alla fine la scelta è caduta su Guglielmo Epifani. Dopo un ex
comunista e un ex democristiano, finalmente un socialista, un
compromesso storico a tutto tondo e a tutto campo. Il Pdl gongola. Se
non fosse per i guai giudiziari del suo leader, oggi sarebbe un primo
partito da Guinness dei primati. E non è un fatto di coerenza del
suo elettorato, è che dall'altra parte c'è il nulla assoluto, una
camera d'aria sgonfia posata per terra, in attesa di trovare
l'eterno riposo in una discarica eco-compatibile. Diciamolo, Grillo
non sa più che pesci pigliare e il risultato sono i due punti in
meno nei sondaggi. Nel momento in cui si fa sul serio, si insediano
le commissioni, iniziano i lavori parlamentari a pieno regime, il
leader dei 5S si sente messo all'angolo. E allora reagisce da par
suo: insultando e cercando di smarcarsi a tutti i costi, dopo aver
appreso da Casaleggio le linee di tendenza e di pensiero degli
italiani. Che poi le sue posizioni coincidano con quelle di Gnazio La
Russa, a Beppe non frega una mazza e dice: “Lo ius soli può essere
deciso solo da un referendum popolare”, ignorando che in Italia i
referendum propositivi non esistono e che ci sono le petizioni, ma
quelle fanno la fine che fanno, e lui dovrebbe saperlo. Ignaro di
Costituzione e di storia patria, Grillo è il miliardario che dice:
“Con tremila euro al mese si campa”, a casa propria sì, anzi, si
fa vita da benestanti. Ma fuori casa, in una città come Roma, dove
devi dormire, mangiare, spostarti, vestirti e cambiarti almeno una
volta alla settimana le mutande e i calzini, è dura. Poi, l'ultima,
felicissima uscita. Rivolto ai giornalisti ha detto: “Stiamo
preparando dei dossier su di voi. E non è una promessa ma una
minaccia”. Avete capito perché Grillo vuole la presidenza del
Copasir, cioè del comitato che si interessa principalmente dei cazzi
degli altri? Vuole i dossier, peggio del Sifar del generale golpista
De Lorenzo. Comunque, a parte Grillo in piena crisi d'identità che
finalmente concede il diritto di parola ai militanti del suo
movimento, c'è da registrare che oggi, a Brescia, mentre il governo
sarà in ritiro nell'abazia di Spineto, i berluscones scenderanno in
piazza per manifestare contro la magistratura. Da una parte, i
ministri e i sottosegretari pidiellini, giurano fedeltà alla
Costituzione condividendone i contenuti, compreso quindi il rispetto
per le istituzioni, dall'altra scendono in piazza per delegittimarne
una. Questa è una schizofrenia tipica del Popolo delle Libertà
(loro), e se non fosse per i figuranti che pagano tanto a ora, però
il viaggio e il cestino sono a parte, a quelle manifestazioni
parteciperebbero solo loro, i beneficiati e i miracolati di Silvio
Primo, imperatore di Arcore. L'obiettivo, come sempre, sono i giudici
del tribunale di Milano. Berlusconi dovrebbe accettare il consiglio che
gli ha dato Maurizio Crozza ieri sera: “Silvio smettila di
delinquere a Milano, cambia città”.
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